Poema
Passato presente futuro
Passato presente futuro
polvere a strati, veli, mi camuffano
questi quaranta volti disuguali,
logorati da tempo e mareggiare.
Io sono. E quel che
sono è così poco:
rana fuor dello stagno che saltò,
e nel salto, alto quanto più si può,
l’aria di un altro mondo la schiattò.
C’è da vedere, se c’è, quel che sarò:
un viso ricomposto innanzi fine,
un canto di batraci, pure roco,
una vita che scorre bene o male.